Il restauro della statua di Sant’Antonio Abate: per saperne di più incontro in Biblioteca

Quest’anno la festa di Sant’Antonio Abate si arricchisce di un evento particolare: il restauro della statua del santo.

Questa iniziativa nasce dalla volontà di Don Enrico Castauro di restituire alla comunità aquesiana un’opera di pregio prima ancora che una statua di grande culto.

Il restauro segue le linee  progettuali presentate e approvate dalla Soprintendenza.

La restauratrice Roberta Sugaroni descrive così il valore dell’opera e il lavoro in corso su di essa:
“La scultura è collocabile nell’area geografica che abbraccia il territorio, dunque in ambito tosco-umbro-laziale e databile entro l’ultimo quarto del secolo XV.
Si tratta di una statua lignea policroma raffigurante S. Antonio Abate benedicente.
Di impianto piuttosto arcaico ma di interessante fattura, riporta i tratti tipici del santo pur non presentandone tutti gli attributi iconografici.
Fra questi ritroviamo il libro delle sacre scritture e la croce (sebbene non a T) mentre il fuoco sembrerebbe  un’aggiunta postuma.
L’antica fattura, testimoniata già dalla posa, si ispira alla tradizione senese del XV secolo, traducendo in una semplificata realizzazione di ambito locale i rimandi stilistici.
Di questa statua si parla al foglio 145 delle visite pastorali di Mons. P. Mignucci, in data 2 settembre 1652, come riportato da da Don Antonio Agostini nel suo libro “Le Chiese di Acquapendente”.
Il restauro ha riportato alla luce le cromie originali degli incarnati, sia sul volto che sulle mani, quelle dei capelli e della lunga barba, ritrovate sotto 4 strati di ridipinture successive.
Lo stato di conservazione di queste ultime, ad eccezione della mano sinistra dove sono presenti interventi ricostruttivi non del tutto adeguati, può dirsi senz’altro buono. Il manto e le vesti nascondono le  cromie originali sotto uno strato preparatorio successivo.
L’esiguità delle tracce originali riscontrate, e il degrado del supporto, rendono improponibile l’ipotesi di una rimozione completa.
L’opera viene restituita alla comunità aquesiana e presentata  in via provvisoria; tornerà in laboratorio per la prosecuzione dei lavori, fino al completamento del restauro, subito dopo  i rituali festeggiamenti.”

Ringraziamo Roberta per la sua competente disponibilità e le auguriamo buon lavoro per la prosecuzione del restauro.

Per chi è interessato a saperne di più ci sarà un incontro in Biblioteca martedì 15 gennaio alle ore 18, proposto dal Comune di Acquapendente insieme alla Parrocchia del Santo Sepolcro, nel quale, dopo i saluti del Sindaco, oltre a Roberta Sugaroni interverranno Don Enrico Castauro e Renzo Chiovelli.

Saranno presi in esame più aspetti, da quelli spirituali a quelli culturali ed antropologici, di una ricorrenza religiosa ancora molto sentita dalla popolazione.
Infatti viene celebrata su tutto il territorio, sia ad Acquapendente, sia a Torre Alfina, sia a Trevinano, con un attivo coinvolgimento di molte persone.
Una tradizione da salvaguardare e valorizzare, in tutti i suoi significati.

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